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Prima di parlare della "mia piccola Africa"...........

Per chi fosse interessato in particolare ad argomenti quali la fauna africana , oppure rettili e serpenti del mondo, segnalo l'enciclopedia naturalistica e fotografica online con cui ho l'onore di collaborare.

Per accedere direttamente alle schede dell'enciclopedia scritte da me , una volta entrati nel sito http://www.photomazza.com/   cliccare eventualmente su Italiano, poi sulla voce cerca e poi sotto il riquadro animali  digitare gianni olivo (si, lo so: sorge il dubbio, a questo punto, che l'autore sia considerato una strana specie faunistica pure lui). Le schede sono in continua evoluzione e ne verranno via via aggiunte di nuove, ed ovviamente le mie sono solo una piccola parte del contenuto, che vede impegnati studiosi ed esperti di varie materie, botanica compresa. 

Chi si interessa di volo, nel mio sito http://storiedivolo.altervista.org/

troverà filmati e reportage, tra cui quello del volo effettuato con 2 amici a Capo Nord

 

 

 

 

 

 

Bayede, Ingwe, Inkosi yezintaba.....

....Ti salutiamo, Ingwe, re delle colline.

Con questa frase gli amaZulu salutavano non solo il loro re, la cui regalità era testimoniata dal Kaross di pelle di leopardo che indossava, ma anche il felino, signore assoluto delle forre, delle rupi e delle montagne, simbolo stesso del potere (amandla).

Sua maestà, il leopardo, ha donato il suo nome anche a

 

 

 

 

 

INGWE, LA MIA PICCOLA AFRICA

 

 

 

 

 

Un antico proverbio arabo dice:" Colui che avrà bevuto una volta da un fiume d’Africa inevitabilmente vi farà ritorno"........" se ne ha bollito l’acqua"...e questo è un proverbio mio.

Chi desidera conoscere e vivere l’Africa vera, non quella dei pulmini a strisce e dei safari in scatola,  deve essere pronto ad accettarne i diversi volti. Pace e violenza, splendore e miseria, bellezza e crudeltà sono le diverse facce di un’unica realtà. E’ come un’amante imprevedibile e capricciosa, con una doppia personalità, che può consolarti o farti soffrire e non l’Africa di Pumba e del Re leone.

L'idea è quella di conoscere e corrispondere con persone appassionate dell'Africa, dei suoi abitanti, dei suoi paesaggi, dell'odore di legna bruciata di un fuoco da campo o di quello di terra bagnata che preannuncia le grandi piogge, della sottile, sensuale angoscia di una notte trascorsa all'aperto, mentre intorno si muovono i predatori o della pace che ti da il guardare lo scorrere lento del fiume..... Ma anche chi, pur non interessato al Continente nero, é affetto da semplice attrazione per tutto ciò che é esplorazione e scoperta sarà il benvenuto. Per coloro che, poi, frequentano o hanno intenzione di frequentare il continente africano, sarò felice di mettere a disposizione quel po' di esperienza che ho maturato in questi anni, ma spero anche di apprendere dalle esperienze altrui. Come dicevo, tutti sono i benvenuti, purchè si tratti di persone aperte, curiose e che, come faccio io, rispettino  le idee degli altri, difendendo le proprie ma senza cercare di imporle (faccio questa premessa perchè non reggo ne' gli estremismi ne' i fanatismi di nessun genere). Confrontare le proprie esperienze e convinzioni con altri è costruttivo, cercare di imporle evitando il confronto civile  è tipico di persone senza carattere ne' spina dorsale.

Ingwe, parola della lingua isiZulu che significa leopardo, è nata dalla passione mia e  di alcuni amici per l'Africa vera e genuina, spesso scomoda e sempre avventurosa, e rappresenta l'impegno a conservare intatto uno degli angoli più belli e selvaggi dell'Africa australe. Tuttavia la nostra filosofia è lontana da quella di talune tendenze ambientaliste radicali: non prevede di mettere la natura in una vetrina, con la scritta "guardare e non toccare", non si basa su una visione falsamente idilliaca e cartoonistica dell'ambiente della savana o del bush e dei suoi abitanti, bensì intende vivere pienamente l'esperienza del bush, usufruendone, pur nel rispetto degli equilibri naturali.

L'area di Ingwe game management area, è un ecosistema estremamente vario e complesso, situato nel cuore di una catena di montagne, comprendente valli ricoperte di foresta pluviale, festonata di licheni e con sottobosco di felci, tra cui le antichissime felci arborescenti, che hanno visto l'era dei dinosauri e le strane cicadi. Nell'arco di poche centinaia di metri però, il paesaggio cambia radicalmente e si passa al bush fitto e spinoso, verdissimo anche nella stagione secca, quando la pianura è arida e color ocra, oppure alla savana erbosa punteggiata di acacie di Tanzania flat, un altopiano che ricorda il Masai. O ancora a paesaggi rocciosi, costellati di varie specie di euforbie e piante grasse, pig-ear, agavi, aloe e fiori.  Si arriva poi bruscamente di fronte a pareti di roccia rossa come la dolomite, dove nidificano le nere aquile di Verreaux (black eagle) o a pianori battuti dal vento dove fioriscono le protee. La varietà di flora e fauna è incredibile ed il fiore all'occhiello di Ingwe è, come dice il nome, la presenza di un numero impressionante di leopardi, i più grandi, probabilmente, dell'Africa.

Nella Bushmen valley, presso una cascata che forma scivoli d'acqua, una grotta racchiude antiche pitture rupestri : sulle rosse pareti, elefanti, kudu, antilopi e giraffe corrono ancora, insidiate dai piccoli cacciatori San, armati di arco e frecce.

...Quella è la mia casa e, come una volta disse il mio amico Sandy, una medicina per l'anima.

Ingwe game management area

Macedonia mista di ricordi. Non solo Africa.